EDIFICI E PIAZZE PACHINO 2018-06-25T19:33:02+00:00

La grande piazza Vittorio Emanuele é considerato da sempre il “salotto buono”di Pachino. Perfettamente quadrata, è posta nel punto più alto del paese e raccoglie tutte le 12 strade che provengono dalla periferia, tre per lato. E’ caratterizzata da due file per lato di ficus benjamin, sempreverdi, e dalla imponenza della Chiesa Madre, del SS Crocifisso.

In questa cartolina è visibile la Chiesa Madre e il palazzo Rudinì.

Cartolina dei primi anni del 900, proprietà Iano Capodicasa

La piazza, ritratta nello stesso periodo dell’immagine precedente, presa da un’angolazione  differente. Si affacciano su questo lato i palazzi signorili

Cartolina anni 10, proprietà del Comune di Pachino.

Si affaccia sulla piazza uno dei palazzi storici del comune: una delle due  residenze Starrabba. Questa, in particolare, è ricordata anche come “casa Rudinì”.  Il palazzo fu costruito per volontà del marchese Antonio Starrabba di Rudinì, pronipote del fondatore della città di Pachino, uomo politico italiano di primissimo piano nei primi decenni dopo l’Unità, che ricoprì a più riprese la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia. La residenza di Rudinì di Piazza Vittorio Emanuele, dove il marchese abitava durante i suoi lunghi soggiorni a Pachino aveva  anche una corte interna  (conosciuta dai pachinesi come U bagghju ro marchisi)  delimitata da sette case con il portico, sei corpi di case al pianoterra con il palmento e le dispense, una carretteria. Nel corso dei decenni ha subìto diverse modifiche strutturali e cambi di destinazione d’uso; è stato, infatti, anche carcere e biscottificio.

Bibliografia: Muscova E.U., “Storia di Pachino”, Pachino, 2013

Foto anni 10, proprietà Guido Rabito

La Chiesa Madre, dedicata al SS Crocifisso, è l’edificio sacro più grande e più importante della città, fino agli inizi del 900 era addirittura l’unica chiesa del paese (a cui se ne sono aggiunte altre vista l’espansione urbana di Pachino).  Voluta dal Marchese Vincenzo Starrabba e da suo fratello Gaetano, entrambi fondatori di Pachino, fu progettattata dall’architetto Garrano intorno al 1790.

Foto anni 10, proprietà Guido Rabito

Un corteo funebre in piazza.

Foto anni 10, proprietà Guido Rabito

La Chiesa Madre presenta una facciata a due ordini sovrapposti e due piccole torri campanarie con un portone bronzeo realizzato nel 1968 dallo scultore Biasi. Ad una sola navata, con una cappella a destra dell’abside, vi si conservano i resti mortali di Gaetano e Vincenzo Starrabba.

Foto anni 30, proprietà Guido Rabito

Tra la chiesa e lo storico palazzo Rudini vi era un’area libera da costruzioni che, nel dagli anni 40 in poi, è stata edificata da  privati.

Foto anni 10, proprietà Guido Rabito

Furono costruiti due edifici: uno destinato ad accogliere bassi commerciali e un altro che ha ospitato per anni un  cinema.

Cartolina anni 40, proprietà Fam. Consiglio

Il “salotto buono” di Pachino dal lato sud

Foto anni 10, proprietà Fam. Consiglio

Il “salotto buono” di Pachino

Cartolina anni 10, proprietà Guido Rabito

Negli anni 30 furono piantati  ficus benjamin, presenti tutt’ora, per incorniciare idealmente lo spazio.

Foto anni 60, proprietà Guido Rabito

Scorcio della piazza

Foto anni 60, proprietà Guido Rabito

Durante lo sbarco degli alleati, furono installati in piazza due rifugi antiaerei. Uno di questi è visibile in questa immagine.

Foto 1943, proprietà Iano Capodicasa, originale da Imperial war museum Londra

L’operazione Husky (cane da slitta) fu il primo sbarco alleato sul suolo italiano che, durante la seconda guerra mondiale permise, con l’utilizzo di sette divisioni di fanteria (tre britanniche, tre statunitensi e una canadese) l’inizio della campagna d’Italia. L’operazione Husky costituì una delle più grandi azioni navali mai realizzate fino ad allora. La campagna ebbe inizio con lo sbarco in Sicilia (a Licata, tra Gela e Scoglitti e tra Pachino e Siracusa) delle forze alleate, tra il 9 e il 10 luglio 1943, a cui presero parte circa 160.000 uomini. In questa immagine un carroarmato avanza in piazza Vittorio Emanuele. A sinistra è possibile scorgere la giovane Nela, “accompagnatrice” molto famosa a Pachino.

Bibliografia: http://lanimadellamosca.tumblr.com/scritti, blog.  Articolo di Sergio Catania.

Foto 11 luglio 1943, proprietà War Museum Londra, gentilmente concessa da Guido Rabito

Gli edifici signorili del lato sud

Cartolina anni 50 proprietà Iano Capodicasa

A ridosso della chiesa l’edificio che ospitava (ed ospita tutt’ora) bassi commerciali. Nei primi anni 60 fu installata la seconda fila di ficus benjamin.

Cartolina 1963 proprietà Iano Capodicasa

Cartolina 1963 proprietà Iano Capodicasa

Uno degli elementi caratteristici della piazza è il monumento ai caduti. In questa immagine ben visibile sullo sfondo il cinema “Impero” (questa la denominazione durante il Ventennio) poi divenuto cinema “Tafuri”.

Cartolina 1950 proprietà Iano Capodicasa

Il monumento e la chiesa in una cartolina degli anni 50

Cartolina 1950 proprietà Iano Capodicasa

Il monumento, al centro del lato nord della piazza, è dedicato alla memoria dei pachinesi caduti durante il primo conflitto mondiale. Fu inaugurato con una grande festa il 15 febbraio del 1925

Cartolina 1925, proprietà Iano Capodicasa

Celebrazione dei caduti per la patria.

Cartolina 1926, proprietà Iano Capodicasa

Celebrazione dei caduti per la patria.

Cartolina 1926, proprietà Iano Capodicasa

Celebrazione dei caduti per la patria.

Cartolina anni 30, proprietà Iano Capodicasa

Celebrazione dei caduti per la patria il 4 novembre 1935.

Cartolina 1935, proprietà Iano Capodicasa

Cartolina anni 60, proprietà Iano Capodicasa

La piazza ha ospitato, dal Ventennio fascista fino agli anni 60, i saggi ginnici dei bimbi delle scuole comunali.

Cartolina 1932, proprietà Iano Capodicasa

Durante i giochi tutti i giovani erano inquadrati in una organizzazione denominata GIL ,Gioventù italiana del littorio. I più piccoli erano inquadrati nei “Figli della lupa” (la famosa lupa che la leggenda vuole avesse allattato Romolo e Remo); i più grandicelli erano “Balilla” ( nome con cui era noto il giovane genovese Giovan Battista Perasso, che durante l’occupazione della città da parte degli austriaci, alla metà del 700, scagliò un sasso contro un ufficiale nemico dando l’avvio alla rivolta per la liberazione di Genova. I più grandi invece erano “Avanguardisti”.

Cartolina 1932, proprietà Iano Capodicasa

La tradizione, protrattasi ancora per diversi anni dopo la seconda guerra mondiale, era diventata un appuntamento fisso per la comunità pachinese

Cartolina 1952, proprietà Iano Capodicasa

Cartolina 1957, proprietà Iano Capodicasa

Una sfilata di carri carnascialeschi negli anni ’40. Sullo sfondo uno degli edifici sulla piazza, che era stato adibito a sede della “Casa del fascio”, la sede locale del partito nazionale fascista durante il Ventennio

Foto anni 40, proprietà Iano Capodicasa

Altro elemento caratteristico era il “palco della musica”

Foto anni 50, proprietà Iano Capodicasa

Il palchetto accoglieva la banda musicale durante le feste, fiere e manifestazioni religiose

Foto anni 50, proprietà Iano Capodicasa

Foto anni 50, proprietà Iano Capodicasa

Foto anni 50, proprietà Iano Capodicasa

Nella seconda metà degli anni ’60 fu installata sopra al palco una copertura a “gazebo”

Foto 1965, proprietà Iano Capodicasa

La struttura, in metallo e pannelli di legno decorato, non ebbe lunga vita.

Foto 1965, proprietà Iano Capodicasa

Foto anni 50, proprietà Iano Capodicasa

La pizza principale

Foto anni 50, proprietà Iano Capodicasa

Foto anni 50, proprietà Iano Capodicasa

Abbandonato all’incuria per parecchi anni, il palco è stato, infine, oggetto di restauro. La pavimentazione a doghe in legno è stata divelta e sostituita.

Foto 2016 Anna Murè

La nuova pavimentazione. Il palco è stato inaugurato nell’aprile del 2017

Foto 2017 Anna Murè

 L’area mercatale come si presentava negli anni 20. La zona, di circa duecento metri quadrati, era coperta da una tettoia. All’interno, erano collocati dei banchi in legno dove venivano vendute frutta e verdura. Quelli di marmo, invece, erano destinati alla   vendita del pesce e della carne.

Foto anni 20, proprietà Iano Capodicasa

Piazza colonna deve il suo nome alla grande colonna recuperata  in mare nel 1913 e posizionata al centro dello spazio ove un tempo sorgeva la vecchia area mercatale. La colonna era delimitata da una vasca con vetri a mosaico.

Foto anni 70, proprietà Iano Capodicasa

La posa della colonna

proprietà Iano Capodicasa

Piazza colonna oggi

Foto 2017, proprietà Anna Murè

Cantiere chiesa San Corrado 1949

Foto 1949, proprietà Iano Capodicasa

Il Marchese Antonio Starrabba, innovatore e incline all’ uso delle macchine, volle costruire nel 1874 (circa) un mulino a vento e successivamente un innovativo mulino mosso dalla energia del vapore.
Duro’ poco tempo perche’ la macchina a vapore necessitava di continui interventi di manutenzione e i manutentori erano incompetenti .
Successivamente acquisito dal Comune, l’edificio  fu adibito a  carcere.

Bibliografia: Drago G., Pachino nel corso del tempo, Pachino, 2013

Foto anni 50, proprietà Guido Rabito

L’area dove sorge attualmente il campo sportivo

Foto 1949, proprietà Iano Capodicasa

Vita novella, complesso  costruito per la comunità evangelica valdese nei primi anni del 1900.Il complesso religioso si compone di vari edifici con elementi decorativi in stile neoclassico di cui un edificio avente una torretta merlata con finestre a “bifore” ad arco cuspidato. Più in la vi è posto il complesso religioso con la chiesa valdese con facciata ad unico ordine avente corpo centrale con portale ad arco cuspidato sormontato da un frontone triangolare, affiancato da due finestre sempre ad arco cuspidato (murate), a fianco del quale sono posti la torre campanaria e un edificio composto da una serie di eleganti finestre arcuate.

Foto 1949, proprietà Iano Capodicasa

Vita novella. I dormitori erano  rigorosamente divisi per sesso.

Dormitorio uomini

Foto 1949, proprietà Iano Capodicasa

Vita novella. “Dormitorio per signorine”

Foto 1949, proprietà Iano Capodicasa

Vita novella, momento di culto all’interno del giardino

Foto 1949, proprietà Iano Capodicasa

La Scuola elementare “Silvio Pellico”, edificata negli anni 30, fu inaugurata il 28 ottobre del  1936 in pieno Ventennio Fascista

Foto anni ’50 , proprietà Iano Capodicasa

Scuola elementare

Foto anni ’50 , proprietà Iano Capodicasa

Scuola elementare

Cartolina 1958, proprietà Iano Capodicasa

Il retro della Scuola elementare Pellico

Foto del 1974, proprietà Iano Capodicasa